QUARZI  - 2




 CIRCUITI OSCILLANTI 

Quando sui terminali di un quarzo viene appli­cato un segnale alternato, il componente si contrae e si estende microscopicamente, se­guendo le variazioni di frequenza del segnale. Ma se il valore della frequenza del segnale è pari a quello di risonanza meccanica del com­ponente, le deformazioni diventano macrosco­piche ed un segnale di piccolissima entità è sufficiente per mantenere innescate le oscilla­zioni. Il quarzo, dunque, presenta un aspetto elettrico di comportamento simile a quello di un circuito oscillante. 

  Fig. 3 - A sinistra è riprodotto lo schema elettrico equivalente di un quarzo, a destra quello di un normale circuito oscillante. Con CS e CP vengono indicate le capacità in serie e in parallelo. 

A sinistra di figura 3 è riportato lo schema elettrico equivalente di un cristallo di quarzo a destra quello di un normale circuito oscillante con induttanza (L) e capacità (C). Quello riportato sulla sinistra di figura 3 è uno schema un po' fantasioso. In esso si possono distinguere una capacità-parallelo (CP), che è quella propria della metallîzzazione del quar­zo, ed un insieme induttivo-capacitivo-serie (L­CS), che può identificarsi con il quarzo teorico, mentre il circuito diviene reale con l'aggiunta della resistenza R, che costituisce l'equivalente elettrico di tutti gli effetti meccanici che tendo­no a smorzare la risonanza del quarzo. Sotto il profilo teorico, un circuito risonante deve considerarsi perfetto, ma in pratica non lo è. Perché a causa delle perdite del condensatore e della resistenza dell'induttanza, le condizioni ideali di funzionamento non vengono più rispettate. Conseguentemente si verifica una diminuzione della caratteristica di risonanza del circuito stesso o, come si suole dire nel linguaggio tecnico, del fattore di merito del circuito. Il quale viene pure universalmente chiamato "fattore Q". Fatte queste premesse, diciamo ora che un quarzo ha un fattore Q di 80.000 = 1.000.000, mentre in un circuito LC è di appena 200 = 300. Tanto più elevato è il fattore di merito Q di un circuito risonante, tanto più sensibile e selettivo esso risulta.