Architettura
delle Reti Telefoniche attuali
In base a quanto fin qui visto relativamente alla
segnalazione su canale comune e in particolar modo al sistema SS7,
identifichiamo in una moderna rete telefonica un insieme di gruppi
funzionali che nel loro complesso costituiscono due sottosistemi:
1. La rete di commutazione, comprendente le
centrali locali, le centrali di transito e le giunzioni di collegamento;
2. La rete di segnalazione, costituita dagli SP,
dagli STP e dai Signalling link che li mettono in comunicazione.
La Figura 18 illustra quanto detto. Si noti che le due reti
funzionano al loro interno secondo modalità loro proprie e
indipendenti, in particolare la rete controllata è una rete a
commutazione di circuito, mentre la rete di segnalazione è una rete a
pacchetto. Inoltre le topologie delle due reti sono abbastanza
indipendenti, fermo restando che solitamente a ogni centrale di
commutazione (locale o di transito) corrisponde un SP e viceversa.
Si richiama infine l’attenzione sul fatto che i vari nodi rappresentati
in figura sono dei gruppi funzionali e non hanno necessariamente una
corrispondenza uno-a-uno con apparati fisici. In particolare gli SP e
le centrali di commutazione sono solitamente realizzati in un unico
sistema fisico.

Figura 18 - Architettura di una moderna Rete Telefonica
Trasmissione e Commutazione
La trasmissione fra centrali viene effettuata realizzando più
giunzioni su una stessa linea fisica mediante multiplazione a divisione
di tempo (TDM) da apparati detti multiplex (multiplatore) che
affasciano canali da 64 kbit/s.

Figura 7 - Multiplazione delle giunzioni numeriche
In Figura 7 il canale uscente dall’utente A entra nella
centrale locale e, dopo la conversione in digitale (non rappresentata
in figura), arriva in un organo di centrale chiamato rete di
connessione. La rete di connessione equivale a una matrice di contatti
che, opportunamente azionati, instradano il flusso di bit nella
direzione voluta.
All’uscita della rete di connessione il flusso è instradato verso la
centrale di transito, ma la linea trasmissiva fra le due centrali non
porta mai un canale singolo, quindi il canale passa attraverso un
multiplatore che affascia n canali da 64 kbit/s, il flusso aggregato è
trasmesso alla centrale di transito e qui, prima di entrare nelle rete
di connessione, subisce una demultiplazione in modo da riottenere il
canale dell’utente A. Questo canale è instradato attraverso la rete di
connessione della centrale di transito. Fra la centrale di transito e
la centrale B il flusso subisce lo stesso trattamento. Tuttavia in
questo caso dopo un primo stadio di multiplazione, che produce un
flusso aggregato n×64, m di questi flussi vengono ulteriormente
multiplati da un multiplatore di secondo stadio, fino a ottenere un
aggregato di n×m×64 kbit/s. Si dice che il collegamento fra I due
multiplatori centrali ha un grado gerarchico superiore a quello
precedente. Questa operazione può essere ripetuta ulteriormente, dando
luogo a collegamenti di grado gerarchico via via crescente. A ogni
multiplazione corrisponde poi la demultiplazione simmetrica, in modo da
riottenere il flusso originario di 64 kbit/s.
Naturalmente quanto illustrato schematicamente in Figura 7 è effettuato
nei due versi, essendo le giunzioni costituite da circuiti
bidirezionali. Nel complesso possiamo stabilire che: "Le linee di
trasmissione di giunzione funzionano sempre a multiplazione di tempo
secondo livelli gerarchici più o meno alti. Le reti di connessione
delle centrali gestiscono solo circuiti da 64 kbit/s".
L’operazione di commutazione, effettuata dalla rete durante la fase di
formazione della chiamata, consiste nel configurare le reti di
connessione delle varie centrali attraversate in modo da mettere in
comunicazione i due utenti. Una volta stabilita la connessione fra i
due utenti esiste un circuito a loro dedicato; questo circuito rimane a
completa disposizione dei due utenti fino a che la connessione non è
svincolata. Questo modo di funzionamento si esprime dicendo che la rete
telefonica funziona a commutazione di circuito.
Gerarchia trasmissiva PDH
Il numero di canali affasciati da un multiplex TDM è
stabilito da standard internazionali. Le reti di trasmissione di prima
generazione (a tutt’oggi molto diffuse) funzionano in modo detto
plesiocrono (che significa "quasi sincrono") e che prevede un orologio
indipendente per ogni tratta trasmissiva. La corrispondente struttura
dei flussi trasmissivi di vario livello costituisce la gerarchia
digitale plesiocrona (Plesiochronous Digital Hierarchy — PDH).

Figura 8 - Il livello 1 della gerarchia PDH
Nelle reti europee il flusso primario (ossia quello di
livello più basso nella scala gerarchica) è ottenuto multiplando 32
canali da 64 kbit/s e ha quindi una velocità trasmissiva di 2048 kbit/s.
Ogni canale è ottenuto trasmettendo periodicamente un ottetto ogni 125
ìs. Fra un ottetto e il successivo ottetto dello stesso canale devono
inserirsi 31 ottetti dei restanti canali, per cui ogni 125 ìs deve
trasmettere una sequenza periodica di 32 ottetti, questa sequenza è
chiamata trama trasmissiva.
Dei 32 ottetti della trama il primo (ottetto N° 0) serve per servizio
(mantenimento del sincronismo, allineamento di trama, segnali di
gestione ecc,) e non porta quindi traffico. L’ottetto N° 16 viene
spesso usato per trasportare la segnalazione fra centrali telefoniche.
In definitiva si hanno 30 canali voce utili. Il flusso così organizzato
è indicato come E1. Nelle reti nordamericane il flusso primario è
ottenuto multiplando 24 canali da 64 kbit/s. La trama è completata da
un unico bit di controllo (framing bit) che precede i 24 ottetti. Il
flusso così organizzato è indicato come T1. In Figura 8 le due
strutture di trama sono messe a confronto. Si noti come la struttura E1
abbia un overhead maggiore, pari a 1/32 (3%, che raddoppia se viene
usato l’ottetto 16) contro 1/193 (0,5%) della trama T1. A fronte di ciò
si ha una maggiore funzionalità e qualità di servizio (come si vedrà
parlando della segnalazione) della trama E1, che è di concezione più
recente.
Gerarchia trasmissiva SDH
Le reti di trasmissione più recenti funzionano in modo detto
sincrono, che prevede un orologio unico per tutta la rete (ad esempio
l’intera rete trasmissiva SDH di Telecom Italia riceve il clock da un
unico orologio). La corrispondente struttura di flussi trasmissivi di
vario livello è detta gerarchia digitale sincrona (Synchronous Digital
Hierarchy — SDH).
Nelle reti europee il flusso primario è basato su una trama, di durata
125 ìs, di 2430 ottetti. Questa trama è detta Synchronous Transport
Module di livello 1 (STM-1) e richiede una velocità trasmissiva di 155
Mbit/s. Multiplando quattro di queste trame si ha il livello gerarchico
superiore STM-4 che corrisponde a una velocità di 600 Mbit/s,
aggregando ancora a gruppi di quattro si ha il livello detto STM-16 a
2,5 Gbit/s.

Figura 9 - Il livello 1 della gerarchia SDH
La corrispondente struttura gerarchica nordamericana prende
il nome di SONET (Synchronous Optical Network, dato che è stata
sviluppata in concomitanza con la diffusione delle reti in fibra
ottica) e prevede alcune velocità di trasmissione intermedie, indicate
con sigle tipo STS-n dove n indica un multiplo di 51,84 Mbit/s. A parte
questa differenza di terminologia i flussi di uguale velocità sono
compatibili con gli equivalenti europei (cosa che non vale per le
gerarchie PDH).
Gli ottetti della trama STM-1, rappresentata in Figura 9, vengono
trasmessi a gruppi di 270 chiamati righe, e solitamente sono
rappresentati in forma matriciale. Ogni riga è costituita da 9 ottetti
di controllo e 261 di carico utile. Il controllo delle righe 1-3 serve
per la gestione dei ripetitori, quello delle righe 5-9 per la gestione
dei multiplex. La riga 4 contiene dei puntatori i flussi aggregati.
Riconfigurazione dei flussi trasmessivi
Un problema frequente nelle reti di trasmissione è quello di
riconfigurare i flussi in funzione delle esigenze del servizio. Per
fare questo si utilizzano dei nodi chiamati permutatori o ripartitori
(Cross Connect). Il funzionamento dei ripartitori cambia notevolmente a
seconda che i flussi da riconfigurare siano costruiti secondo le regole
della gerarchia PDH oppure secondo quelle SDH, come illustrato
nell’esempio di Figura 10. Nell’esempio due linee di trasmissione, A↔B
e C↔D, si incrociano in un nodo. Supponiamo che ogni linea porti un
flusso (ad esempio di 3° livello) costituito dall’aggregazione di m
flussi tributari (quindi di 2° livello). Si vuole effettuare
un’operazione di scambio fra i flussi di 2° livello: prelevare il
flusso m-esimo di A↔B e trasmetterlo come flusso N° 1 su C↔D, e
viceversa. Per fare questo si utilizza come nodo un ripartitore.
Vediamo nei due casi, rispettivamente PDH e SDH, come vengono gestiti i
flussi.

Figura 10 - Confronto fra ripartitori PDH e SDH
Flussi PDH: Il ripartitore demultipla A↔B e C↔D ed estrae da
ciascuno m canali fisici separati, ricombina questi canali mediante la
matrice di permutazione e poi multipla gli m canali ricostruendo un
flusso aggregato.
Cross Connect PDH Cross Connect SDH
Se si volesse effettuare uno scambio fra flussi di 1°
livello (ossia fra un tributario di uno degli m tributari di A↔B e un
tributario di uno degli m tributari di C↔D) si dovrebbe: effettuare una
seconda operazione di demultiplazione; scambiare nella maniera voluta i
flussi di 1° livello attraverso una matrice capace di smistare flussi
di 1° livello; ricostruire il flusso finale con due operazioni di
multiplazione.
Flussi SDH: In questo caso il ripartitore spilla direttamente i flussi
tributari dai flussi aggregati. Per ognuna delle due linee di
trasmissione abbiamo una matrice in grado di prelevare il flusso
tributario voluto (di 2° livello nell’esempio) e consegnarlo all’altra
matrice. Non c’è bisogno di effettuare alcuna operazione di
multiplazione/demultiplazione. È evidente la maggiore flessibilità ed
economicità di questo sistema rispetto al precedente. La Figura 11
illustra perché nel caso SDH sia possibile lo spillamento diretto di
flussi tributari e nel caso PDH non. Nel caso PDH l’overhead di trama
permette solo di capire dove inizia la trama aggregata, ma il flusso
delle 4 trame tributarie è considerato un semplice flusso di bit, non
strutturato. Nel caso SDH l’overhead contiene il campo pointer, che
serve proprio a questo scopo: riconoscere nel payload trasportato le
trame tributarie, così da poterle spillare. Naturalmente l’operazione
può essere ripetuta in modo ricorsivo: anche le trame tributarie hanno
nel proprio overhead un sistema di puntatori, si può così avere una
catena di puntatori che permette di estrarre, senza dover eseguire
demultiplazioni, il flusso tributario del livello gerarchico voluto.

Figura 11 - Confronto fra aggregazione dei flussi PDH e SDH
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