|
|||
MODULAZIONE QPSK | |||
|
|||
QPSK Prendendo i concetti prima esposti per la PSK il passo
successivo e' assumere che il numero degli sfasamenti non e' limitato a
due e che la portante del trasmettitore può subire qualunque
cambiamento di fase. Quindi in uscita del modulatore si ha un segnale
che può presentare un certo numero di sfasamenti. Per demodulare tale
segnale lo si moltiplica con un segnale sinusoidale ad eguale frequenza
ottenendo, dopo un filtraggio, un segnale di ampiezza proporzionale
allo sfasamento. Se i possibili cambiamenti di fase della portante sono
quattro si ha il caso del QPSK (quadra-phase-shift keying
). Cosi possono essere trasmessi 4 segnali diversi che corrisponde
a trasmettere due bit contemporaneamente. Questo vuol dire che si
e' raddoppiata la banda della portante. Ovvero una sinusoide e una cosinusoide possono essere scritte come combinazione di esponenziali complessi. Moltiplicando la relazione del seno per se stesso si ottiene:
Dall'equazione 1, si può vedere che moltiplicando due onde sinusoidali assieme tra loro si ottiene in uscita una componente con frequenza doppia rispetto a quella di ingresso e con un
ampiezza dimezzata e centrata su un offset dc (1/2)
che da
come uscita una componente in frequenza Così, il risultato ottenuto prova la supposizione che una portante modulata in fase possa essere demodulata in una tensione di variabile ottenuta moltiplicando la portante con un segnale sinusoidale, prodotto da un oscillatore locale, e filtrando la componente ad alta frequenza. Sfortunatamente lo spostamento della fase e' limitato a due quadranti; uno sfasamento di p /2 non può essere distinto da uno sfasamento di -p /2. Quindi, per decodificare in maniera accurata una modulazione di fase a quattro quadranti, bisogna moltiplicare il segnale modulato con una sinusoide e con una cosinusoide, filtrare le componenti in frequenza e ricostruire i dati. La dimostrazione di ciò, espandendo quanto esposto matematicamente prima, e' mostrato di seguito: |
|
||
|
|||