PRESA DI TERRA
L'utilità di una buona
presa di terra è ormai universalmente nota ai fini antinfortunistici.
La maggior parte dei nostri elettrodomestici, infatti, sono dotati del
collegamento di terra, in ossequio a quelle particolari leggi che
regolano questi tipi di impianti.
Ma questo stesso accorgimento deve essere esteso anche agli apparati
ricetrasmittenti. E non deve trarre in inganno il fatto che un
ricetrasmettitore sia alimentato con la tensione di 12-15 V soltanto,
perché il ricetrasmettitore è normalmente alimentato con un
alimentatore stabilizzato tramite la tensione di rete-luce.
Può quindi accadere che, per una qualsiasi perdita di isolamento, la
tensione di 12 V raggiunga i 220 V, con grave pericolo per l'incolumità
dell'operatore e per quella del trasmettitore.
E buona norma di sicurezza, quindi, collegare a terra il telaio
metallico del trasmettitore che, oltre all'incolumità dell'operatore,
garantisce una perfetta schermatura elettromagnetica delle parti
elettroniche.
La presa di terra serve anche per preservare il trasmettitore da cariche
statiche che, inevitabilmente, danneggerebbero i transistor. È noto,
infatti, che durante i temporali o, più generalmente, quando
l'atmosfera è carica di elettricità, l'antenna diviene un...
collettore di cariche statiche che, accumulandosi in quantità sempre
maggiore, possono dar luogo a campi
elettrostatici, cioè a differenze di potenziali elettrici talmente
elevate da danneggiare seriamente i semiconduttori.
Per evitare questa nefasta ma possibile conseguenza, si può ricorrere
ad un accorgimento: cioè si deve collegare fra i due terminali del cavo
schermato, un'impedenza di alta frequenza, connettendo inoltre a terra
la calza metallica del cavo schermato.
Poiché la calza metallica del cavo schermato risulta generalmente
collegata con il telaio del trasmettitore, il collegamento ora citato si
ottiene mettendo a massa il trasmettitore. Con tale sistema tutti i
punti dell'antenna risultano elettricamente a massa, perché l'impedenza
di alta frequenza non presenta alcuna resistenza alla corrente continua,
mentre le cariche statiche, accumulate sull'antenna, vengono disperse al
suolo senza interessare minimamente il trasmettitore. Ed occorre notare
anche che l'impedenza di alta frequenza non altera in alcun modo il
funzionamento dell'antenna, perché essa rappresenta un elemento di
blocco per l'alta frequenza.
La piccola bobina, che rappresenta l'impedenza di alta frequenza, dovrà
essere realizzata a nido d'ape, servendosi di un filo conduttore di tipo
litz, con sezione abbastanza elevata. Questi tipi di bobine sono
facilmente reperibili tra i materiali surplus, ma il lettore potrà
reperirli pure presso i rivenditori di materiali per radioamatori.
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