TARATURA DEL TRIMMER
Per
la taratura del trimmer R6 occorre un wattmetro professionale, con la
funzione di elemento campione.
Con questo strumento, certamente disponibile presso il rivenditore del
trasmettitore, si misura la potenza erogata dal TX. Poi si inserisce il
carico fittizio di figura 1 e si regola il trimmer R6 in modo che il
microamperometro uA offra la medesima indicazione di potenza.
La scala dello strumentino da 100 uA fondo-scala verrà idealmente
divisa per 10. Conseguentemente, l'indicazione 80, ad esempio,
corrisponderà alla potenza di 8 W.
Naturalmente, senza ricorrere al wattmetro professionale, il trimmer R6
può anche essere tarato con un wattmetro passante, purché si realizzi
il collegamento illustrato a blocchi in figura l, dopo aver sostituito
l'antenna con il dispositivo descritto in queste pagine.
MONTAGGIO
Il
circuito teorico di figura 2 deve essere composto nel modo illustrato
in figura 3, utilizzando, in funzione di contenitore, una scatola di
latta e non di alluminio, sulla quale, come è noto, non si possono
effettuare le saldature a stagno, che in questa occasione assumono
grande importanza ai fini dell'efficienza del carico fittizio.

Fig.
3 - Piano costruttivo del circuito del carico fittizio, realizzato
in contenitore di lamiera, che consente di effettuare le necessarie ed
importanti saldature a stagno.
I
collegamenti di massa del bocchettone d'entrata E e quelli del
lamierino (schermo), che suddivide l'insieme delle quattro resistenze
in parallelo dagli elementi del circuito, debbono essere eseguiti a
regola d'arte. Perché, se realizzato in modo compatto, con reofori
cortissimi, il wattmetro lavora con segnali di frequenza fino a 150 MHz.
Naturalmente, il metodo di misura ora descritto, rimane valido soltanto
in presenza di segnali a radiofrequenza non modulati, o modulati in
modo costante, continui e non impulsivi. Altrimenti il diodo al
germanio DG tende a falsare le misure, anche di molto.
Con i segnali diversi da quelli non modulati e continui, si può attuare
un altro metodo di misura eliminando il partitore di tensione R5 - R6,
il diodo al germanio DG, il condensatore C1 e lo strumentino ad indice.
Le quattro resistenze in parallelo debbono essere impregnate di
sigillante al silicone, unitamente al sensore di temperatura di un
termometro elettronico. Le preferenze vanno dirette verso i termometri
a termoresistenza schermata.
Applicando al dispositivo, così concepito, potenze di valore diverso e
dopo avergli concesso il tempo per raggiungere il funzionamento di
regime, che ammonta a decine di minuti, si annotano le temperature
segnalate dal termometro elettronico.
Così tarato, il wattmetro è pronto per l'uso. Per ogni valore di
temperatura si può ottenere quello diretto e corrispondente di potenza,
in pratica a qualsiasi frequenza e con qualsivoglia forma d'onda, anche
di tipo impulsivo.
|
|