WATT-METRO - 4


TARATURA DEL TRIMMER

Per la taratura del trimmer R6 occorre un wattmetro professionale, con la funzione di elemento campione.
Con questo strumento, certamente disponibile presso il rivenditore del trasmettitore, si misura la potenza erogata dal TX. Poi si inserisce il carico fittizio di figura 1 e si regola il trimmer R6 in modo che il microamperometro uA offra la medesima indicazione di potenza.
La scala dello strumentino da 100 uA fondo-scala verrà idealmente divisa per 10. Conseguentemente, l'indicazione 80, ad esempio, corrisponderà alla potenza di 8 W.
Naturalmente, senza ricorrere al wattmetro professionale, il trimmer R6 può anche essere tarato con un wattmetro passante, purché si realizzi il collegamento illustrato a blocchi in figura l, dopo aver sostituito l'antenna con il dispositivo descritto in queste pagine.

MONTAGGIO

Il circuito teorico di figura 2 deve essere composto nel modo illustrato in figura 3, utilizzando, in funzione di contenitore, una scatola di latta e non di alluminio, sulla quale, come è noto, non si possono effettuare le saldature a stagno, che in questa occasione assumono grande importanza ai fini dell'efficienza del carico fittizio.

Fig. 3 - Piano costruttivo del circuito del carico fittizio, realizzato in contenitore di lamiera, che consente di effettuare le necessarie ed importanti saldature a stagno.

I collegamenti di massa del bocchettone d'entrata E e quelli del lamierino (schermo), che suddivide l'insieme delle quattro resistenze in parallelo dagli elementi del circuito, debbono essere eseguiti a regola d'arte. Perché, se realizzato in modo compatto, con reofori cortissimi, il wattmetro lavora con segnali di frequenza fino a 150 MHz.
Naturalmente, il metodo di misura ora descritto, rimane valido soltanto in presenza di segnali a radiofrequenza non modulati, o modulati in modo costante, continui e non impulsivi. Altrimenti il diodo al germanio DG tende a falsare le misure, anche di molto.
Con i segnali diversi da quelli non modulati e continui, si può attuare un altro metodo di misura eliminando il partitore di tensione R5 - R6, il diodo al germanio DG, il condensatore C1 e lo strumentino ad indice. Le quattro resistenze in parallelo debbono essere impregnate di sigillante al silicone, unitamente al sensore di temperatura di un termometro elettronico. Le preferenze vanno dirette verso i termometri a termoresistenza schermata.
Applicando al dispositivo, così concepito, potenze di valore diverso e dopo avergli concesso il tempo per raggiungere il funzionamento di regime, che ammonta a decine di minuti, si annotano le temperature segnalate dal termometro elettronico.
Così tarato, il wattmetro è pronto per l'uso. Per ogni valore di temperatura si può ottenere quello diretto e corrispondente di potenza, in pratica a qualsiasi frequenza e con qualsivoglia forma d'onda, anche di tipo impulsivo.