DIODI APPLICAZIONI - 4



DIODI PROTETTORI

Un altro impiego, assai frequente, dei diodi a semiconduttore, è quello del loro collegamento in parallelo con gli avvolgimenti dei relè. con il fine di scongiurare i pericoli derivanti dalla formazione delle extracorrenti.
Come si sa, nel momento in cui una bobina viene alimentata, ed anche quando si interrompe l'alimentazione. si formano delle tensioni di verso contrario a quelle applicate, che prendono i nomi di extratensioni di apertura e di chiusura e che, a loro volta, generano delle corrispondenti correnti, denominate parimenti extracorrenti di apertura e di chiusura. Ebbene, queste correnti in molti casi possono rivelarsi pericolose per i dispositivi di pilotaggio dei relè, anche se la loro durata nel tempo è brevissima, perché ciò che conta è l'ampiezza delle tensioni che le promuovono e che possono raggiungere e superare pure i 1.000 V. Si comprende dunque quale importanza possa assumere una appropriata difesa dalle extratensioni, quando gli elementi di comando delle bobine sono i transistor o gli integrati.


Fig. 5 - Per proteggere i circuiti di comando (transistor - integrati - fet) dalle extratensioni generate dalle bobine dei relè, è buona norma collegare, in parallelo con il dispositivo elettromeccanico, un diodo a semiconduttore opportunamente polarizzato.

Gli schemi riportati in figura 5 interpretano il tipo di difesa ora menzionato e propongono le due eventualità circuitali, quella in cui sulla bobina del relè è connessa la tensione di alimentazione positiva e l'altra nella quale si alimenta il relè con la tensione negativa.
 Nel primo caso il diodo D è inserito in modo da opporsi al passaggio della corrente primaria, con lo scopo di non cortocircuitare la bobina del relè, ma di intervenire in occasione di presenza dell'extracorrente. Nel secondo caso il diodo D, per sortire lo stesso effetto, è montato con polarità invertite. In entrambi gli schemi, quindi, i circuiti di comando sono protetti elettronicamente dai pericoli menzionati.